Ci ha provato, a dirmi: tu sei donna, meglio che fai così e così. Ma quando la situazione gli è sfuggita di mano, non ha fatto molto per riprendersela. Aveva, anche in famiglia, la consapevolezza di donne rocciose di cui mi ha parlato molto più insistentemente delle altre figure.
Sono cresciuta così, con un'incoscienza preziosa. Solo più tardi mi sono scontrata con onde sempre più alte, alimentate da tanti uomini (e anche qualche donna), resi testardi da un solido alleato.
Ho imparato qualcosa, anche a livello linguistico, perché le parole sono preludio delle azioni o meglio azioni stesse. Lo ripercorro e sento addosso a me quello che è accaduto anche a tante altre.
Tu sarai coraggiosa: ti diranno che sei isterica.
Se tu ti emozioni, ti diranno che sei fragile.
Quando ti affideranno un compito inaspettatamente, ti potranno dire: perché serve la sensibilità di una donna.
Te ne diranno tante e arriveranno a fartene di più. Qualcuno arriverà ad alzare le mani e cercherà incredibilmente di farti sentire in colpa. Se non chinerai il capo, potrà sforzarsi di farti terra bruciata attorno e peggio ancora. E il male che potranno procurarti, sarà immenso. Sempre per la loro solida alleata.
La paura. Ti faranno che diranno tutto questo perché hanno paura: la sentono massicciamente e si mascherano da supereroi, si acconciano da duri, pensano che tutto questo sia da "uomini". Ma non sono uomini, no davvero. Sono dei fifoni, incapaci di esistere se non schiacciando gli altri.
L'importante è non sentirla noi, la paura (o meglio sconfiggerla, perché non ce ne vergogniamo) fin da quando iniziano le parole.
Quello che ci diranno, faranno, possiamo combatterlo, sempre. Non sempre fermarli, è vero, ma non diventare come loro, sì.
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