lunedì 23 novembre 2020

Quell’impossibile del Natale


 Avvolta di luci e colori, ma soprattutto stupore, mi osservo. Me ne intendo dell’impossibilità del Natale. Ho perso mio padre un mese prima delle feste e l’aria fu risucchiata via assieme a tutto ciò che conteneva. 

Abbozzai solo un presepe, perché strinsi un patto: l’avrei fatto se altrettanto avesse deciso una donna straordinaria, che aveva perso la figlia e da allora si era fermata.

Quell’impossibile del Natale, nei cuori feriti, prova a unirli più del dolore.

Impossibile quest’anno in cui le certezze umane sí sono ridotte a brandelli: noi eravamo invincibili, tutto era possibile con le nostre forze e si è sgretolato.

Io proprio per questo, afferro una coperta calda di luci e colori, che non copre le mie debolezze, né il mio vuoto. Ma mi ricorda che l’origine del Natale è qualcosa di impossibile, così minuscolo da battere il gelo e il buio, e per questo io ci credo.


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