mercoledì 11 novembre 2020

La classe è anche acqua

Ci sono eleganze pacate, che si colgono anche dagli sguardi. Come la tua.

Quando mio padre volò via, in diversi si sono presi cura di me, con garbo. Tu sei sempre stato presente, con telefonate o visite quando riuscivi a venire qui, l'hai fatto finché potevi e te ne sono grata. L'eleganza indossata dai gesti e dalle parole, mai ostentata: dietro quello che eri riuscito a costruire, non dimenticavi mai cosa, chi c'era. I sacrifici tuoi e dei tuoi cari genitori, i loro tremori quando dovevi raggiungere la metropoli e i suoi pericoli. La tua generazione, che ha vissuto il coprifuoco, quello vero: ci ripenso e mi ritraggo dalle mie lamentele quotidiane. Difatti, quando venivi a trovarci, ci parlavi volentieri anche dei tuoi nonni, i miei bisnonni, e mi hai aiutato anche con il nostro libro di famiglia, perché ci tenevi anche tu.

L'anno scorso, abbiamo festeggiato tutti insieme un tuo magnifico traguardo e io ti guardavo con affetto e ammirazione:  sempre così elegante e con quel guizzo sincero negli occhi che abbracciavano con orgoglio la tua famiglia sul lago.

Allora, lascia che io ti ricordi anche così. Tra le tue visite, una quando il mio corpo combatteva con il dolore di aver perso papà, forse reandosi ferite. Ti raccontai che mi avevano operato a un occhio, per togliermi un fastidioso ospite, eppure questo si era riformato e non riuscivano a mandarlo via: volevano intervenire ancora, ma io ero riluttante a tornare in sala operatoria. 

Tu arrivasti a casa mia con un tomo dell'enciclopedia medica. Mi dicesti: devi fare così, impacchi di acqua calda e fredda, alternati. 

Interventi, pomate, e ora l'acqua? Tuttavia, se me lo dicevi tu, io ci credevo; quindi, ho eseguito. 

Sarà stato quello, sarà stato il sentire che mi volevi bene, o tutto insieme, fatto sta che io sono guarita. 

La classe è anche acqua, lasciami scherzare, perché noi Castiglioni-Crespi ci sforziamo di sorridere anche quando siamo addolorati.  E a me pare di vederti sorridere sul tuo lago, forse lo stai facendo davvero, ancora.

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