Come ammiro chi posta, scrive, inonda fogli commentando le imminenti elezioni americane. Analizzando il duello in tv o solcando i mari dei discorsi degli aspiranti presidenti.
Io, povera ragazza (Arguta, zitta) di borgata, leggo e osservo con un vago rossore in viso. Non ho ancora capito come abbiamo potuto eleggere tre quarti di quelli che hanno pasteggiato a ostriche e ovvietà. Come faccio a comprendere cosa accadrà e chi e come lo determinerà oltre quell'oceano, su cui chiudo gli occhi quando lo sorvolo in aereo?
Ecco, sorvoliamo. Io non capisco niente di elezioni americane, e nulla scrivo. E capisco sempre meno anche delle nostre.
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