Mi si è rotta la stampante. Sono corsa a rimediare. Mi son persa nei meandri della programmazione. Ho in mano un foglietto virtuale che non so se mi farebbe votare o solo agitare le acque.
E non voglio, questo clima dopo tanto entusiasmo mi addolora. Sono stufa delle acque agitate, anche perché l'Italia è una penisola e quindi son cavoli amari, quasi dappertutto.
Congiura della sorte o meno, il mio voto sarebbe ancora da mettere a punto definitivamente.
Vorrà dire che domani voto a tutti i sondaggi sui siti. Perché in questo Paese non funziona così? Chi ha vinto non ha vinto, chi ha perso non ha perso. E si ricomincia sempre da capo. Finché si potrà ricominciare. Finché ci sarà qualcosa da ricominciare.
Poi, quando arriveranno le elezioni, il test definitivo, guarderò chi c'è. E deciderò. Anche se ci sono buone possibilità che - in caso di soli noti - non mi turi il naso questa volta. Fermo restando l'altra mia certezza: chi nella sua vita non si è fatto il mazzo a lavorare o cercare un lavoro, non troverà un posto al sole a Roma con il mio contributo.
Buon voto e grazie a chi ci crede, a chi si dà da fare, da qualsiasi parte stia.
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