Non è la neve, e neanche quel brivido più duraturo degli
altri, che mi comunica l’arrivo precoce dell’inverno.
Casomai, la sensazione seccante nella sua precisione che è
ora di indossare i guanti. Un’operazione necessaria e che detesto con tutte le
mie forze. Strano per una che ad esempio ama i cappelli d’inverno e a volte
persino in primavera (tranne ai matrimoni estivi, sorry alla mia amica che ha
dovuto sopportare questa ferita alla tradizione britannica).
Ma la testa è relativamente importante. Devi curarla, senza lasciarla troppo libera:
sai che pericolo… Le mani, invece, devono poter agire e mi spiace frenarle
così.
Prima di soccombere, mi aggrappo a vari stratagemmi. Ad
esempio, quando guido, scendono inesorabilmente le maniche del giubbotto, se il
volante è gelido. Oppure, nel camminare, infilo le mani nelle maniche della
falsa pelliccia, sognando un manicotto stile Franco Kennedy in Via col vento.
Viene il momento in cui arrendersi, tuttavia. Prendo i
guanti, li osservo e li tengo in borsa. Ci vorranno alcuni giorni ancora, prima
che la resa sia totale.
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