Il vecchio porto invaso da una ribellione buona: lo contemplo e mi sembra di risentire il profumo di Marsiglia, dopo tanti anni.
Potrei fuggire nei ricordi sul mare che mi conduce al Castello d'If o attirare nell'anima il tepore del sole sulle spiagge rese così stranamente candide, persino troppo perfette. Io adoro Marsiglia come molti porti: reale, senza necessità di maschere e travestimenti, protetta dallo sguardo della sua basilica e da secoli di storia. Quanti incontri meravigliosi, racconti e la dolce studiosa di Eleonora d'Aquitania.
Eppure non posso negare di avere una memoria che mi rincorre più audace delle altre, in queste ore. Quella già raccontata, al parcheggio dei bus, quando avvenne un borseggio di cui non mi ero accorta. Bastò un grido della donna per scatenare un parapiglia: è vero, noi di solito siamo indifferenti e ben venga una comunità che si indigna e cerca subito di aiutare la vittima.
Ma a questa immagine di solidarietà si sostituisce presto un'altra. Il ladro inseguito, la ferocia che grida negli occhi. Lui, che è un ragazzo, corre verso un bus, sale, implora l'autista di chiudere e di chiamare la polizia per sfuggire alla folla.
Credo sia il passaggio da comunità a branco, il momento che può fare la differenza per ciascuno di noi, in ogni luogo.
Mi incoraggia la folla di Marsiglia che accende le luci della pace e del rispetto. Vorrei che questo fosse il nuovo corso dell'umanità. Vorrei esserne sicura. Anzi, mi basterebbe un brandello di questa speranza.
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