Poi scorgo la luna, smilza e astuta, che si aggira sopra i tetti. E penso: se si posa sul campanile, la fotograferò.
Lei però fugge a zonzo, forse a caso, e io mi indispettisco con il cielo scuro stampato sopra la chiesa: ci stava proprio bene una foto, la luna sarebbe rimasta con me.
E' forse qualche stella a sussurrarmi: di quella foto, frettolosa e digitale, ti saresti scordata presto. Intanto, volevo avvisarti che hai perso uno spettacolo bellissimo: la luna libera e scanzonata, che vaga per il cielo.
E' vero, non so più guardare senza voler imprigionare un momento. Quasi quasi ci riprovo.
Mi fermo e aspetto la luna, smilza e astuta, e faccia ciò che vuole per rendermi felice.
Notte e aspetto la luna (perché non so più)
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