Succede che mi scavo una tana nel buio, un luogo dove non sfuggo alla paura.
Come una stella fuori mano o un animaletto indeciso se appartenere al giorno o alla notte. Non mi faccio notare e respiro quest'aria strana, che quasi si conficca nei polmoni ma senza dolore. Quando ho respirato a fondo, capisco che sto guardando molto meglio. Non tutto ciò che vedo, mi rende felice. Eppure già solo questa libertà di notare mi solletica lo spirito.
Non vi aggiungo parole, lo sguardo già ha un suo linguaggio.
Notte e senza farsi notare (noto meglio)
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