Speravo di fare una sorpresa a papà Placido. Di regalargli ciò che altri gli avevano tolto, negando le promesse: una piccola cosa, che l'avrebbe reso felice. E come una bambina goffa e pentita ora vado a salutarlo per sempre.
Speravo anche e di più, signor Placido, che avrebbe sconfitto questa malattia. Ha superato tanti ostacoli, pure dopo la perdita di mamma Luciana. Una parte dell'anima si era già staccata, ma piccola perché il vostro grande amore restava lui: vostro figlio. Il suo futuro, scandito da quel dubbio angoscioso, "dopo di noi", che accomuna i genitori con bimbi frenati da più difficoltà: ma spinti da quanto amore.
Vostro figlio. Quello che vi ha uniti ancora di più, che ha donato i sorrisi più belli, quello per cui avete combattuto una battaglia troppo soli in nome dei suoi diritti. Mamma Luciana in prima fila a chiedere equità per le rette, anche a suon di poesie, e quando è andata, io in un articolo l'ho definita così, mamma coraggio.
Mio Dio, quando facciamo i giornalisti quante parole di troppo usiamo. Avrei dovuto scrivere "mamma" e dentro c'era tutto.
Poi è rimasto lei, signor Placido, e mi ha insegnato tanto. La fedeltà all'amore. La fedeltà all'amicizia, anche con le sue telefonate, perché non c'era festa in cui non ci sentissimo. Lei mi parlava di suo figlio, naturalmente. E di Lourdes, di quando ci andava, di come poi ogni giorno accendeva la tv per ritrovarsi nella grotta anche se il cuore, per quanto fragile fosse, era già corso avanti.
Vengo in ospedale e mi spiace vedere la nuova sofferenza, la nuova lotta. Ma c'è anche un nuovo sorriso, perché lei sa che comunque vada ha fatto ciò che doveva: è riuscito a costruire quel "dopo di noi" con lealtà, pazienza, amore. Suo figlio ha già un futuro tracciato e non rimarrà solo.
Eppure ci speravo ancora, signor Placido. Speravo di riascoltare la sua voce, di incontrarvi, di ridere e di farle la piccola sorpresa che pregustavo.
Invece, un annuncio mi gela il sangue e ora vengo da lei a salutarla come non volevo fare.
Se non vi parleranno di papà Placido, sui giornali o in tv, è perché non sanno che è un papà coraggio, modesto e silenzioso. Quindi un papà. Se non ha preso premi come tanti personaggi di rito, è perché ci sono amori che non fanno rumore: forse i più.
Allora non lo griderò. Sussurro solo che è un papà e secondo me Luciana gli ha preparato una poesia per accoglierlo. E lui, così fiero dei suoi versi, per una volta se li perderà, dovrà farsi ripetere qualche parola: perché sono i suoi occhi che vogliono ascoltare, riscoprire quel volto tanto amato. Possono distrarsi un attimo, un attimo soltanto, Placido e Luciana, perché anche sulla terra esistono gli angeli che sanno prendersi cura di tesori nascosti, figli frenati da apparenti difficoltà eppure spinti da un immenso amore.
Se non vi parleranno di papà Placido, è perché lui non vuole. Perché si schermisce: ha fatto il suo dovere e ora vuole amare in pace.
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