Quante volte avrò ascoltato "Ti amo", scavandone nell'insospettabile modernità. Un'espressione sussurrata, che a un certo punto si osa gridare davanti a tutti. E una parola che nessuno osava pronunciare, ma c'è di più.
Quell'orgoglio macho che si frantuma, lui che si autoproclama guerriero di carta igienica. Se ci penso, che ha quarant'anni questa canzone e forse oggi non avrebbe il coraggio di esistere.
Invece, sono sfiorata da un altro pensiero: quando sento un verso sobbalzo, perché non me lo ricordavo più.
Vesti la rabbia di pace. Un verso come un altro, tenero e travolgente. Ma mi fa possedere dal dubbio: quante volte ci è sfuggito un verso, quante una canzone intera.
Ti amo.
Nessun commento:
Posta un commento