Che poi, devo confessare, nutro ammirazione per gli esperti di politica estera, che dilagano dai bar ai social network. Ho messo anche i primi, a certificare la mia età senza scampo.
Li ammiro e chiederei consiglio, no, non su chi deve bombardare chi o come andare a mediare con chi ti spara o chi giace inerme.
Li interrogherei, sottovoce, perché io me la cavo male pure con la politica interna, quella più interna che si può: in subbuglio nel mio cuore. Così spesso a un bivio delle decisioni, mi fermo e penso, anche sotto un sole cocente, fino a scottarmi.
Sarà per questa mia incapacità a scolpire certezze nel mio piccolo pianeta, che non riesco a pronunciare strategie in grado di cambiare l'immenso mondo.
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