Riprendo la chitarra sulla spalla, per diventare adulta: se mi va. Grazie al cielo ho incontrato i motociclisti, la loro libertà scanzonata eppure così seria, gli stand con i miei amici rocker (che bello, questa volta non sono stata corretta in "cocker") e le loro magliette irresistibili.
Conto i giorni fino a quando riprenderà la mia tournée, quella senza la quale - diceva un saggio amico - non si può vivere davvero, non si sperimenta mai abbastanza. Non una intera, purtroppo, ma date sparpagliate per ritrovare volti che non vogliono invecchiare e suoni che sanno sempre farmi vibrare.
Per quelli che stanno per fare rock, vestendosi di nero o maschere sgargianti, truccandosi quello che basta o per niente.
Due anni fa pregustavo l'ultimo tour dei Motley Crue, senza pensare troppo all'addio, ma sapevo che avrei dovuto arrendermi ad Alice Cooper. Mi sono inchinata agli Iron Maiden.
Ma non mi basta, mi arde dentro ancora una sete insaziabile. Conti i giorni per i Kiss, spero di riuscire a riagguantare gli Aerosmith nonostante gli impegni della vita da adulta mi mettano davanti a una scelta difficile. E adesso Alice Cooper conferma di essere l'uomo più affidabile del mondo.
Tutto bene, quando ci si rimette in viaggio.
Eppure, non si è mai adulti finché non si è vissuta una tourneé.
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