Mi parleranno di resurrezione e in qualche contorto modo ci credo anch'io. Mi diranno che è un angelo ora e ha pure ragione chi afferma che lo era anche prima.
In questi giorni di rinascita, non ho potuto scrollare via questo magone che ha abbracciato tanti di quelli del passato, fondendosi in un'unica sensazione di dolore. Che cosa facevo prima? Reagivo. Pensavo oltre. Pregavo, certo. Fuggivo. Mi impegnavo. Scrivevo.
Adesso, ci ho messo un po' a scrivere, perché prima ho fatto una cosa per me inaudita: ho fissato quel magone negli occhi e si è sciolto. Un pianto liberatorio, la certezza che non voglio fuggire, che non voglio andare oltre, che ho tutto il diritto, forse persino il dovere, di fermarmi a piangere per questa creatura come per le altre che sono volate via.
Anche il vento si è placato, come se si stupisse.
Non mi impegno: adesso piango.
Notte e adesso piango.
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