Quando risalgo da te, perdo la testa per la tua bellezza. E credo di non averti mai conosciuto abbastanza prima.
Penso di non poter distogliere gli occhi da te, lago Maggiore, ma non è vero. Dopo qualche istante scorgo una luce misteriosa, un frammento di villaggio appare come nuovo, gli aerei si danno il cambio nel volo e i grattacieli cercano di farsi notare. Ha ragione papà, in giorni rarissimi come i doni più preziosi, pare di scorgere gli Appennini.
Ma tu rimandi oltre, oltre ancora. È il cielo, la sua anima che si dilata, a chiamare.
La tua bellezza, mio lago, è proprio questa: mettere in cerca di altra bellezza. Ma poi, prometto, torno da te.
Notte e oltre te (la bellezza ancora)
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