Alla radio una voce premurosa mi racconta come sia nata una delle mie canzoni predilette. Viene facile sentire una fitta al cuore, quell'onda di emozioni diventa rapidamente palude dove ristagnano le umane, troppo umane motivazioni per scrivere quelle parole.
Che cambiano di netto sapore, come le stesse note fuggono alla rinfusa. Ecco perché si affaccia questo pensiero: non bisognerebbe spiegare le canzoni.
Non bisognerebbe stringere di razionalità i sogni.
Non bisognerebbe motivare - se non compiere - molti degli atti ragionevoli da noi eseguiti.
Notte e non bisognerebbe spiegare le canzoni.
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