Al netto delle buone intenzioni e talvolta persino delle corrette azioni, sappiamo essere francamente insopportabili. E' che in passato forse abbiamo avuto più remore o meno occasioni di mostrarlo: e una gran parte di questo nostro essere intollerabili veniva occultato.
Ora abbiamo tante di quelle passerelle (a partire dai social) che ci saliamo e ci sentiamo così esposti da rimuginare: adesso cosa indosso? Alla fine ci mettiamo quello che viene più facile e magari vistoso, di sicuro non originale.
Ubriachi degli improvvisi riflettori sul nulla, nulla tolleriamo, bastoniamo su pubbliche bacheche i nostri nemici immaginari, lanciamo grandi aforismi di indiscussa verità masticando le nostre piccole menzogne quotidiane, critichiamo i grandi lontani per poi inchinarci se necessario al semibullo del quartiere. Sappiamo tutto, non rispettiamo niente, riversiamo i vizi, le abbuffate di cibo e di vanità, sui nostri profili social.
Insomma, non è che siamo solo insopportabili, il che sarebbe roba vecchia: ora lo siamo proprio sfacciatamente.
E da filosofa fallita, non mi pongo neanche più la domanda esistenziale: perché.
Solo la più umile e devastante: da quando? Sussurrando poi: fino a quando, a proposito?
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