Oggi mentre raccoglievo come di consuetudine il bisognino della mia cagnolina, ho avvertito una certa tenerezza per me stessa.
Intendiamoci, è cosa doverosa e non mi pesa. Mi dà molto più fastidio, quando - magari con il buio - mentre eseguo l'operazione, inciampo in qualcosa dal profumo inequivocabile e mi rendo conto troppo tardi che qualcuno non è stato così solerte.
Ma la quasi tenerezza sorge da uno sguardo più accurato attorno al punto dove la piccola si è appartata. Erba, poca e malconcia. Mozziconi, abbondanti. Pezzi di plastica. Oggetti non meglio identificati. Non si tratta di un'aiuola nascosta, bensì di quelle che si affacciano sul viale.
Ora, è giusto, ripeto, che io debba raccogliere ciò che produce la cagnolina. Ma penso tristemente anche che sia la cosa più naturale e meno inquinante che "risiede" là dentro. E le chiedo scusa per averla costretta a vivere in un posto dove ciò che fa più male, viene abbandonato con una tale noncuranza.
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