Attraverso pareti e specchi, chissà come faccio a sentirmi libera. Forse perché tutti guardano lassù, in quello schermo che nessuno può mettere o smontare. Forse perché il verde accarezza tutto come un innamorato timido.
O forse perché senza Milano, non mi piace stare. Fuggo nella pace, ma poi devo tornare da quel brivido, quel guizzo che mi prendeva da ragazza quando scendevo dal treno e pensavo che tutto sarebbe finito al posto giusto.
Il posto giusto, oggi non so cosa sia. Eppure so che senza Milano è difficile stare.
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