Con la prima tappa del 24 giugno alle ore 21 a Busto Arsizio, il romanzo "Chi ha bisogno di Willy" si trova in un posto magnifico come la biblioteca dedicata a Giambattista Roggia. Quando penso al professore, papà di questo luogo magico, alle volte in cui l'ho ascoltato e ho "letto" nell'aria le cose che mi raccontava, mi si ferma il cuore. Lo ricordo poche settimane prima che se ne andasse, gli occhi che brillavano con la stessa energia, perché stava scrivendo del Bene.
Non si può non tremare. Il Comune di Busto Arsizio e il vicesindaco Manuela Maffioli hanno mostrato il coraggio di far ripartire la cultura, spingendo le persone a uscire, in sicurezza (infatti bisogna prenotare), per ascoltare, confrontarsi, respirare.
Non sarà facile, nessuno di noi lo pensa. Ma importante, sì. Anche se i primi passi sono timidi, anche se non si va lontano, anche se accade a poco a poco.
Ricordo quando terminò il lockdown: non ero entusiasta di uscire. Tante paure - più per i miei cari, che per me, mi dico quasi a giustificarmi - ogni tanto riaffiorano. Sto compiendo un gesto normale, che quasi rimiro con stupore o un brivido, talvolta.
Allora i primi passi fuori sono preziosi, per spezzare l'incantesimo. Un gesto, che domani potrà diventare più forte. Io sono felice di compiere il mio piccolo gesto, in un luogo caro, la sera della patronale della mia città. Penso alla volpe che non ebbe paura di guardare negli occhi una donna e rimase a dirle: osa.
Lo devo, fare. Lo farà per tutta l'estate e tutta la vita, ci proverò.
Nessun commento:
Posta un commento