Il pensiero di un padre e dei suoi angeli, volati via, non può uscire dalla mente. Si rifugia in vicoli tortuosi e attraversa la notte, tempi anche insospettabili.
Così nel sogno incontro una persona disperata che chiede aiuto: sono lungo la via dove abitavo da ragazza, con altre persone. Ci guardiamo, sconsolati, e meditiamo su come fare.
Poi mi viene quella che mi sembra una grande idea: se ciascuno raccoglie mille lire, lungo la strada, quella famiglia può mangiare e persino pagare qualche debito. Siamo così numerosi.
Non so come finisca quel sogno, ho davanti solo la tragica realtà. Ma mi colpisce anche un particolare ininfluente, in teoria, perché mi rendo conto di quanto sia andata distante.
Lire. Neanche mi ricordo più che forma precisa avessero. Non mi sembravano tempi eccezionali, quelli. Eppure forse la mia mente voleva raccontarmi qualcosa, che forse allora non potevano accadere simili drammi, che c'era una via d'uscita a tutto o così ci rassicuravano.
che c'era ancora l'umanità, ora pervenuta a tratti, e nella nebbia.
Tutte illusioni, probabilmente. L'aiuto ai tempi delle lire, che immagine sciocca, mi dico. E non riesco a sorridere.
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