Faccio i dispetti alla notte, come se fossi la luna. Cambio colore e aspetto, strappo i troppi discorsi, ricaccio indietro la malinconia e intimo il silenzio alla gioia.
Butto in aria tutto ciò che trovo e non mi fermo a raccoglierlo. Poi, quando sono sazia di essere monella, mi siedo a contemplare ciò che resta della luna, tagliuzzata come nel disegno di un bambino pasticcione.
Ripongo le forbici maldestramente usate e tiro fuori i pastelli della mente, per ricominciare a disegnare.
Notte e disegno la luna.
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