Il pacchetto è infilato nella buca striminzita delle lettere e io distrattamente lo estraggo. Mi rendo conto troppo tardi che si lacera. Ma il dolore è solo alle porte: divampa quando mi rendo conto della foto strappata, perché è l'immagine di don Carlo Gnocchi con una bimba che sorride, come, grazie a lui.
Al momento, confesso le lacrime. Don Carlo mi è caro, quasi quanto lo era a mio padre, che lo seguì, lo amò, ne diffuse l'esempio. Lui, che non si rassegnò di fronte al fatto che i bambini non potessero camminare.
Poi, guardo meglio la foto. Sì, è strappata, ma io posso accostare i frammenti; quella ferita, ha persino un senso, nella storia dell'umanità ferita.
Che noi, in ogni momento, possiamo alleviarle il dolore.
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