Fuori da una stazione straziata dall'abitudine di gridarsi addosso, mi ha accolto un cielo. Dovrei scrivere il cielo e come tanti l'ho fotografato, confondendolo poi per non rivelarlo completamente. Quando però ho visto le immagini pubblicate da altri, e soprattutto i commenti, ho capito come ciascuno abbia visto il suo cielo.
Chi vi ha letto la bellezza, chi la sofferenza, chi la consolazione, chi lo specchio delle fiamme che ci stanno tormentando.
Io confesso, mentre vi procedevo lentamente sotto, intrappolata dalle false luci delle auto, che ho provato quasi paura.
Come se quelle pennellate volessero cancellarmi o gridassero un messaggio oscuro con il loro chiarore.
A ognuno di noi, conficcati nella terra, il suo cielo, riflesso nostro.
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