Con un brivido freddo contemplo i suoi piatti che vengono portati via ancora traboccanti di cibo: infatti prende ogni portata, due primi, due secondi, e dopo pochi morsi o cucchiaiate abbandona, correndo a mangiare altro.
In un giorno con il pensiero così legato agli innocenti e alla disperazione del loro papà, non posso fare a meno di vedere nella mente le loro mani vuote.
E in quelle mani vuote c'è anche tutta la mia miseria, di donna che la miseria non sa alleviare; anzi vi contribuisce.
Notte e le mani vuote.
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