Non mi sono mai emozionata per i soldi, in vita mia, accidenti. Be', se vincessi quel dannato superenalotto (se mi decidessi anche a giocare), immagino mi commuoverei un pochino. Anche perché tutti noi abbiamo progetti e a me ne scorrono un paio nelle vene.
Ma, lo confessavo agli amici di Facebook, ieri sera ho avvertito bizzarre palpitazioni, scorgendo una scena di un film dove spuntavano banconote. Lire, wow... da quanto non le vedevo. Non le ho mai trovate nelle vecchie tasche, come qualcuno rivela che sia accaduto.
Dimenticate, se non nell'immaginario aritmetico quando sto spendendo troppo, e mi viene spontaneo ricordarmelo compiendo la fatidica operazione euro/lire.
Saranno questi tempi controversi e poco esaltanti, in cui ogni emozione di avere la stessa moneta in gran parte delle nazioni europee è svanita. Viva le sterline, meglio se scozzesi, mi dico, con il broncio verso i conti.
Tuttavia, ciò che mi è rimasto negli occhi, nulla a che fare con gelide cifre e rapporti di equilibrio. Lo sguardo si è appiccicato un attimo alle banconote da cinquantamila lire: che bei colori avevano! E il fatidico mille, che un tempo riempiva giornate, anzi un mese, per dirla con la canzone? Il cipiglio di Verdi?
Via via, possibile che non abbia una banconota da alcuna parte? Non tornerete mai, vero? Ed è meglio così, dicono. Però il vostro colore aveva il sapore dell'autunno, quello vivace e tormentato.
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