Quando senti storie come quella di Zelda Kaplan, ti inchini alla vita e alle donne che l'attraversano con garbo. Lei che a 95 anni ha assistito alla sua ultima sfilata, in prima fila come ogni volta, ed è come se avesse deciso di congedarsi così con la vita, in un luogo che l'aveva attesa e accolta per decenni.
Quando senti storie come quella di Zelda Kaplan, ti viene voglia di sorridere al destino. Che a volte appare capriccioso e crudele, a volte sembra lasciarsi convincere a diventare umano e riconoscere così le umane peculiarità.
Non la conoscevamo, questa vecchia signora, che ci sembra tanto più giovane di noi, visto che - leggiamo - usciva tre volte alla settimana, beveva fiumi di champagne, tornava alle 4 di notte e si alzava alle 2 di pomeriggio.
Ci appare come una creatura leggiadra, senza essere leggera, ossia superficiale. Amava la moda, il che non è un peccato, e si batteva per i diritti delle donne.
Ci spiace non averla conosciuta, questa donna dal nome così fantastico, che ha obbligato anche il destino a inchinarsi. E questa sera, vorremmo aprire una bottiglia di champagne e alzare il calice per un brindisi dedicato a lei.
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