Sotto la porta dei leoni passai, mi sedetti e piansi. Avevo l'infantile sensazione che quella foto accarezzata sui libri d'arte non potesse corrispondere ad alcunché di reale al mondo.
Tirava un'aria silenziosa a Micene, e ogni angolo mi parlava di gloria e sogni infranti. Ho attraversato la Grecia, ma quel luogo è sempre rimasto in un cassetto speciale, come la storia che tramanda. Aspro e senza più illusioni, eppure capace di una magia irresistibile.
Sotto la porta dei leoni tornerei, mentre tutti mi parlano di disperazione nella terra sorella. Non riesco a convincermi, neanche quando parlo con voci amiche ad Atene, perché nel dolore respiro un'antica saggezza; dovrà pur servire a qualcosa in questo contesto utilitaristico.
Mi sposto con il pensiero a Sounion e aspetto il passaggio del giorno. Si stendono due cieli, immensi come i sogni, e sanno disputarsi con armonia diversi i colori. Vorrà pur dire qualcosa quel mare che invita ad attendere e a non lasciarsi fermare da un cielo spezzato a metà.
Così torno a Micene, più guerriera. Tutto è possibile, sotto la porta dei leoni.
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