Sapete quando vi risvegliate con un motivo nella testa, e ci sarà pure una ragione. Non è solo che ieri me la sono sentita e meditata più volte: altre canzoni si alternavano.
E' che "Hey Joe" di Jimi Hendrix mi ha fatto pensare a una sceneggiatura perfetta. L'onda perfetta è quella che cercano i surfer (della vita), io che sono una esploratrice mai sazia delle parole, consapevolmente o meno, adoro le sceneggiature perfette, che le canzoni sanno dare al meglio. Hey Joe può sembrare truculenta, ma a me piace proprio il dialogo che si innesta sul (o dal) ritmo: un incontro casuale, una passeggiata che si interrompe e che riprende, un tono disincantato quasi parlasse del tempo o di una birra da bere poi insieme, non il gesto tremendo e la fuga che sta mettendo a punto Joe e che con naturalezza disarmante viene accettato.
Lo stesso respiro che colgo in "Ancora tu" di Battisti, altra sceneggiatura perfetta. Dovrebbe essere un incontro ostile, un reincrociarsi per cui maledirsi subito, invece il sorriso si insinua. Una sceneggiatura perfetta per me è anche "Dimmi di no": mi perdonerà il mio destinatario se gli cito il mio compagno di efelidi Tozzi, ma rievoca anche Bigazzi. Un dialogo perfetto, in cui si insinua anche un terzo incomodo, subito redarguito "Tu stai zitto non suggerire...".
Sì, oggi penso alle sceneggiature perfette. Non costruite, non senza graffi e deviazioni dal tema principale, perché principale è una parola che varia per ciascuno di noi. Non da applauso, ma da meditarle (con un sorriso, dai).
Allora, riascoltando queste canzoni incalzanti, rivolgo gli auguri di uno splendido compleanno e di una splendida sceneggiatura a Renato. Una sceneggiatura, come piace a lui, sincera e in cerca di incontri, lontano dai formalismi. Magari con una pennellata di Coelho.
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