Siccome bisogna camminare sul piano della secondità, non mi accontento. No, non mi accontento del fatto che il tuo compleanno in cielo sia oscurato da quello di Freddy Mercury, caro Eric.
E mi rifugio in un altro fatto. Novembre 1984. Delirio Losanna. Voi Kiss cantate senza trucco e chissà perché sono convinta che tu ne sia felice: nei panni della volpe, poi, dell'astuto, di colui che programma, proprio non ti vedevo.
Eric Carr, vogliamo la tua potente batteria. Per questo gli amici e io avanziamo con ostinazione e ci piazziamo vicino all'amplificatore, nonché al palco. I Kiss, ce li goderemo tanto.
Poi ecco il gruppo di supporto. I Bon Jovi, come sapete dai miei precedenti racconti, introducono i nostri miti. Cribbio, Tico Torres picchia come un ossesso sulla batteria e mi sta scoppiando il cuore, prima dell'udito. Vigliaccamente, indietreggio.
Risultato, quando arrivano i Kiss, non siamo più nella posizione di favore. E non so come si sarebbe comportato il mio cuore alla batteria manovrata da Eric.
Chiudo gli occhi e cerco di rivivere quei momenti, come un'eco.
Buon compleanno in cielo, Eric Carr, ragazzo gentile.
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