Che poi è il mese tuo. Di un sorriso ferito, che non splende di meno. Di una preghiera colta come un fiore che non si vuole strappare. Di un'attenzione a ciascuna creatura, che cerchi la luce o meno.
Che poi è il mese tuo, Maria. E quel "poi" è come uno schermo, per non ammettere ad alta voce che ho sempre cercato te, per condurmi su una via sicura.
Sicura, non meno dolorosa. L'unico conforto, l'ombra lieve dei tuoi passi che mi precedevano.
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