Ci sono azalee già consumate dall'ardore della primavera e il cuculo si annuncia con puntiglio. L'erba è confusa quasi con divagazioni estive e anche i fiori si spalancano ad accogliere nuove forme, nuovi colori.
Un cielo senza esitazioni, compensato dal lago che si veste di pudore. Eppure è proprio lui che mi sembra correre avanti, frugare tra le stagioni e ridere, ridere forte.
Quando penso di averlo perso, sento che si ferma, senza farmi pesare il dispiacere, e torna, torna da me, persa nella primavera.
Notte e il mio lago corre avanti (ma torna da me).
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