venerdì 17 aprile 2015

Troppi se ne vanno

Scuserete se non riesco a postare una canzone. Ho un ritornello nella testa, e non me ne  libero più.

Troppi se ne vanno. Delia e il teatro che è stato, che sarà. E noi ingrati, sempre.

E altri volti, in dissolvenza: si congedano senza farsi troppo notare, perché conoscono la nostra vaghezza, temo.

Poi, ti porto fuori cucciola. E non mi impensierisce l'assenza di un tuo storico amico, perché a volte si riposa. Ma incontro la sua padrona - così la chiamano, gli umanisti senza umanità -, la sua mamma umana, in lacrime.

Lui non c'è più. Il tuo muso vaga oltre le inferriate e io vorrei piangere, ancora di più, perché le lacrime hanno un limite oltre il quale non possono fermarsi. Vorrei piangere se potessi, ancora.

Finché, piangendo entrambe, tu incontri un altro amico e lo baci. In quel gesto, c'è il tuo amore che sgorga e deve viaggiare, conquistare le creature arrendendosi.

Troppi se ne vanno. E noi restiamo ad amare, finché possiamo.

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