Esistono dolori da cui non riesco a fuggire, molti altri così facili da ignorare. Prendo come alibi la scarsità di notizie, poiché riguardano luoghi lontani, anche dalla nostra coscienza.
Oggi l'attentato a Kabul, almeno ottanta morti - sento - e decine di feriti gravissimi… Penso e prego. Rifletto anche su come questa tragica conta si fermerà qui. Non avremo aggiornamenti facilmente, non credo che si sentirà il bisogno di dirci quanti non ce l'avranno fatta nei prossimi giorni, non vedremo i volti, non sentiremo le storie.
Per questo non attribuisco colpe a nessuno, se non a me stessa, alla mia coscienza ondivaga, che non si avventura spesso fuori casa. Come se non sapesse che casa è ogni luogo della terra.
Notte e dov'è l'Afghanistan (la coscienza non lo sa).
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