martedì 9 maggio 2017

Notte e tutto torna (don Giovanni)

Questa sera Mozart mi trasporta in un'altra vita. Vent'anni indietro, per la precisione. Ho respirato la morte e sono viva, nonostante le cicatrici: penso che la vita, la sbranerò lo stesso, ma adesso fa ancora male.

Sono una rocker maldestra che coltiva qualche certezza: tipo, musica classica stammi lontana; la lirica, non la considero.

Poi arrivo a Salisburgo. Sto ancora soffrendo, ma sorrido. Mi percuote, come uno schiaffo buono, la musica e mi metto a comprare cassette e cd di opere. Mozart e Puccini, soprattutto. Improvvisamente, ho un desiderio: ascoltare, vivere il "Don Giovanni". In Austria non riesco, ma porto la buona novella a mio padre, che si stupisce. 

Come il nonno Giannino. Riprendo in mano i suoi libretti, di Rossini, Boito, qualche Verdi. Lui scrive con la matita e grafia elegante il proprio nome a vergare l'unico patrimonio che conti su questa terra. La musica, di tutti.

Devo ascoltare e vivere il Don Giovanni, ma per una serie di coincidenze non riesco. Solo stasera, con gente bella e innamorata della lirica senza tirarsela. Alla Scala, dove il nonno sgattaiolava appena poteva, quando finiva il lavoro. E' strano, ho sempre puntato sguardo e orecchie su Don Giovanni, Leporello, aspettavo per ore l'epilogo da brivido. Invece stasera mi devia l'attenzione Ottavio, uomo innamorato:

Dalla sua pace
la mia dipende;
quel che a lei piace
vita mi rende,
quel che le incresce
morte mi dà….


Sento che tutto torna, anche la pace. Vent'anni dopo, nonno, sono qui. Ma da te e alla vita ero tornata da molto tempo.

Notte e tutto torna (don Giovanni) 

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