Un amico, che ha i capelli bianchi e un cuore dannatamente ragazzino, mi confida tutta la sua rabbia. Perché vede l'ipocrisia e i meccanismi che frenano ciò che ha contribuito a costruire.
Io la sento la sua ribellione, me la riversa addosso e lo ascolto come una musica inaspettata. Mi piace che non si perda la voglia di ribellarsi. Mi piace che lo dica proprio a me.
Perché a questo punto io devo raccontargli: guarda che adesso mi sto ribellando. E subito invitarlo: ribelliamoci insieme.
Mentre tanti distruggono fingendo di mettere mattoni, io sento che ribellandoci stiamo già costruendo qualcosa.
Notte e la ribellione di un amico (è anche la mia).
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