Uno dei miei maestri sta porgendo con delicatezza perle sui social network. Roba che se ci fossero altri Facebook, mi iscriverei subito.
Corro indietro, per una manciata di attimi, al mio maestro Antonio. Che se ho imparato, nonostante me stessa, a imbastire qualcosa di cronaca, è grazie a lui.
Ma ammetto che mi piacevano di più gli aneddoti, quelli così reali da essere impossibili, degli anni settanta-ottanta.
- Quando stavo uscendo una sera e il centralinista mi disse: aspetti, ci sono i combattenti e reduci che vogliono parlare con la redazione.
Il giovane cronista, tutto il giorno impegnato a correre nell'era (Dio la benedica, un po') senza cellulari, e deve raccogliere l'avviso della riunione dei reduci? Forse per stanchezza, si rassegna a rispondere, con la penna svogliatamente impugnata per prendere nota.
- Siamo l'armata x dei combattenti… ecc.
Porca miseria, questa è la rivendicazione di un gruppo terroristico. Io lo vedo, Antonio, mentre si accende nervosamente la sigaretta e riparte.
Notte e quella volta che forse i reduci (raccontami ancora maestro)
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