venerdì 27 aprile 2018

Notte papà e perché ti piace

Tra le dannazioni che ti sono capitate, papà, c'è quella di una figlia innamorata del calcio. Non che non ti piacesse, ma non eri tifoso di una squadra.

Abbastanza disperato quando mi misi a tifare Roma, mi accompagnasti comunque nell'hotel dove si ritirava la squadra.

Del resto, il peggio era in agguato. Feci l'abbonamento per andare a vedere la Pro Patria. Il peggio, perché tu eri rimasto scottato da un derby movimentato con il Legnano. 

- almeno stai in tribuna.

Va bene, papà. Un anno, forse due, poi eccomi ai popolari. Ogni domenica, memore di quel derby, stavi male finché non tornavo nonostante tutte le mie rassicurazioni.

Ma un mese prima di andartene ecco che ti ricoverano all'ospedale. Un sabato notte impresso a fuoco nella mia mente. La domenica ero con te, nella stanza dove soffrivi.

E tu mi guardasti: non gioca la Pro?

- sì.

- contro il Novara?

- sì.

Per chi non è avvezzo al calcio dalle mie parti, è un derby di quelli tosti.

- e non ci vai?

A quel punto mi indigno: papà, ti hanno ricoverato e io dovrei andare dalla Pro? Perché?

I tuoi occhi potenti come le tue parole: perché ti piace.

In un lampo mi passano davanti tutte le lotte, le ribellioni, perché io dicevo di fare sempre il contrario. E tu ti arrabbiavi, ma forse ti compiacevi. Perché ero curiosa, fiera e ostinata, come te.

Notte e perché ti piace.

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