Camminando contro la primavera, le voci degli incontri si posano su di me invece di fuggire. Come quella di un bimbo in braccio alla mamma, che gli sta chiedendo con dolcezza cosa voglia mangiare per cena.
- Il risotto giallo.
Lei con voce dolce si scusa, non potrà prepararglielo perché non farà in tempo. E gli chiede cos'abbia mangiato, per pranzo.
- Il risotto giallo.
Scettica, indaga con il papà e la risposta vola via da me. Ma mi piace pensare che quel bimbo abbia gustato il risotto giallo talmente felice, da volerlo ancora cucinato dalle mani più amate. Perché c'è sempre un risotto giallo che vogliamo, anche quando l'abbiamo già mangiato. Un piatto d'amore che ci chiama, in braccio a chi si prende più cura di noi.
Notte e un risotto giallo.
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