giovedì 15 novembre 2012

Pe pe pe pe

Ok la giornata si avvia a travolgente conclusione. Riusciremo a parlarci dieci minuti senza addormentarci? O finiremo ancora a ronfare bellamente?

Scherzi vero? Ricordo gli splendidi tempi quando il mio topo era piccino... ma così piccino. E in Italia rovinavamo i suoi ritmi anglosassoni. Una sera tirai quasi mezzanotte con lui e alla fine dovetti andarmene. Ma ero ancora pimpante (meravigliosi tempi!), così lui. Gli dissi: topo, io devo andare in discoteca, se tu te la senti prendi le scarpe e andiamo.

Era una battuta. Uno scherzo. Dopo tre secondi sulla porta, arrivi tu, topolino, tutto fiero con le scarpe che cercavi di infilarti. Non mi ricordo se fossero quelle che ti volevo fregare, perché si illuminavano quando correvi.

Mi ricordo che da allora ho capito a misurare gli scherzi, anche se qualcuno storce il naso. E che anche quando non si può, non si deve, c'è sempre un momento in cui infilare le scarpe e gridare: pe pe pe pe pe pe pe.

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