Poi li ho guardati bene e ho capito perché: ragionevolmente bruttini, dovevano tirarsi su in qualche modo. È quello di farlo a scapito degli altri, è il più rapido.
Oggi, amo la mia razza. Non quella dei lentigginosi. Non quella bianca. Non quella umana. Quella delle creature minuscole che strisciano o volano su questa terra. E che ogni tanto potrebbe aprire gli occhi sulla sua piccolezza: la farebbe sentire persino grande.
Notte e la mia razza (è quella delle creature)
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