E' pericoloso avere un'amica psicologa, soprattutto quando accetti un passaggio in auto. Tu ti siedi, quasi indifesa, e in quei pochi minuti non ti aspetti un assalto.
Avevi già alzato bandiera bianca, tu filosofa che avevi respinto per decenni la psicologia: quelli sanno tutti, noi ci mettiamo sempre in discussione. Finché non hai incontrato un uomo così saggio, da mettersi in discussione, ed ecco che sei capitolata. Anche perché hai capito che a furia di metterti in discussione i rischiavi di convincerti di sapere tutto.
Sì lo so, è un casino. Un giro di pensieri e parole. Allora torno fisico.
Forse per questo, incautamente accetto un passaggio in auto dall'amica psicologa e sul cruscotto vedo un volume gentile di Jung (il mio preferito, mica devo nasconderlo), l'altro di Freud, più massiccio (ti pareva).
Il momento traumatico arriva con una frenata, quando Freud cade violentemente sulle mie ginocchia.
E allora rido, con lacrime liberatorie: Freud fa male, sulle ginocchia.
Notte e Freud fa male sulle ginocchia.
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