Mentre le feste scorrono, o forse appena prendono una pausa - anche solo il tempo di un respiro -, mi fermo ad ascoltare e salutare tutti quelli che erano prima di me. Tutti quelli che sono ancora, anche dietro la foto di una lapide.
I miei antenati, diretti per così dire. Ma anche i prozii, che il nonno non trascurava mai di accudire anche nel loro riposo finale. Chi ha mi ha offerto per primo un sorriso, o una bambola, o il lavoro. Chi non ha mai smesso di prendersi cura di me.
Un vegliardo o una vita spezzata prima che sprigionasse tutto il profumo dei sogni.
Devo stare tra di loro, per recuperare la pace dentro di me, e per andare avanti. Consapevole del fatto che non sono qui per caso, che nessuno lo è o lo è stato.
Notte e tutti quelli prima di me.
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