martedì 6 marzo 2018

Una lettera e il limite del vivere

Le lettere restano, per accompagnare quando perdi di vista la strada e persino i compagni.

Lo ripeto, viaggiando nel mazzo consistente di fogli che ancora conservo. Come sono stata fortunata, e come lo sono ancora, persino.  Talvolta, riprendo in mano le lettere e torno a viaggiare nelle vite.

Questa lettera ha quasi vent'anni, ha superato la maggiore età. Penso a tutte le volte in cui ho reso infelice don Lorenzo Cattaneo, perché non passavo da lui. Perché non avevo tempo, perché qualcosa si intrometteva tra me e questa pausa bellissima, che in realtà riempiva la vita. Ma adesso che sono cambiata, penso soprattutto a tutte le volte in cui sono passata da lui e ho ascoltato altre meraviglie, rendendoci felici.

Io qui mi stupisco che ciascuno di noi possa avere questo volto, quello come nel giardino degli ulivi, come sulla strada del Golgota. E ancor più, quanto il nostro volto possa essere gioia di incontro, luce per gli altri.


Uno deve saper accettare il limite del nostro vivere, però, scrive don Lorenzo, senza esigere. Donando.

E io oggi ripenso a quelle belle conversazioni al collegio, nel silenzio di uno studio traboccante di libri e  di riflessioni. Anche una lettera, che resta al mio fianco oltre ogni separazione, mi rammenta il limite del vivere e la capacità pazzesca di andarvi oltre.

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