Se n'è andata la suora dell'asilo. Strano che io la definisca così, considerando come io avessi un volto e un nome stampati nella flebile memoria di quegli anni: la mia adorata suor Adriana. Dopo varie tribolazioni, mi convinse che andare lì non fosse così male.
Improvvisamente, c'era una stanza luminosa, che sfociava su un cortile traboccante di giochi. Vi ho trovato persino l'amica di una vita. Ce la posso fare.
Nei mesi precedenti, tuttavia, avevo opposto fiera resistenza. Ero entrata nell'asilo con tutta la determinazione a ribellarmi, dietro il volto di angelo smarrito. C'era suor Giuseppina e con lei pulivo le uova, svogliatamente.
Un giorno, a tavola trovai spezzatino e piselli. Non volli saperne di mangiarli. Fu la mia prima ribellione fuori dal campo amico di casa. E fui talmente determinata, che non me ne nutrii per altri trent'anni.
Qualche anno fa, l'ho rivista, al funerale del papà della mia amica di una vita. Strattonai mia madre, ma quella è la suora dell'asilo. La mamma non la riconobbe, un altro ex bambino sì.
Solo oggi apprendo che se n'è andata e vorrei chiederle scusa di aver sperimentato subito la mia natura rompi. E intanto ringraziarla. Di aver sopportato per anni questo ricordo mascherato: perché lei era una donna speciale e solo con una donna speciale io potevo decidere di intraprendere la mia prima ribellione.
Grazie, mia cara, fin lassù.
Nessun commento:
Posta un commento