Pausa pranzo da prendere con leggerezza, perché sono un po' sottosopra. Così freno l'entusiasmo culinario della barista, che infatti mi porta qualcosa di lieve come l'aria che riesce a mantenersi fresca in quell'angolo del locale.
Hai tutto? Va bene? Vuoi anche questo? Già è gentile, di suo; oggi è una chioccia anche più premurosa.
Terminato il caffè, si avvicina e si rassicura che io sta proprio bene. Poi mi dice: e se vuoi fare un pisolino, tanto non c'è più nessuno, stai lì tranquilla e ti sveglio io quando vuoi.
Cavolo, non sa che già sto per tirar fuori la copertina. Anzi te lo rivelo: ho un appuntamento tra dieci minuti. E lei rilancia: eh, ma cinque minuti puoi.
Così è la gentilezza estrema, che ti tenta a essere gentile con te stessa.
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