venerdì 20 gennaio 2012

Il profumo della cassoeula

Ci sono piatti che si possono gustare solo a casa, preparati dalle tue mani o da quelle dei tuoi cari. Sono quelli che assaggi fin da piccolo, e di solito li evito come la peste al ristorante, perché possono prepararteli nel modo più incredibile del mondo, ma "non sono la stessa cosa".

Poi ci siamo impigriti, siamo diventati imbranati o che altro. Insomma, in questi giorni avevamo una voglia incredibile di cassoeula. Mercoledì ho scritto un sms a uno dei nostri ristoratori preferiti: ho sognato che domani sera preparate la cassoeula...

Venite, mi risponde, cortese. Così è come a casa. Chiacchieriamo. Arrivano altri clienti e parlano della Valle delle meraviglie, tanti anni fa; noi ascoltiamo e contempliamo i loro occhi quando si illuminano alla parola "cassoeula". Il nostro amico è uno tosto: se gli chiedi i formaggi prima, si rifiuta di portarteli. Applaudiamo silenziosamente la sua coerenza.

La sua cassoeula è profumata, è tosta eppure delicata. Il vino scorre giusto. Gulp, lo zabaione con il liquore di cioccolato per terminare in bellezza.

Non è finita, in realtà. Perché poi dobbiamo a fermarci a parlare. Di musica, ovviamente. I Black Sabbath si riuniscono. Macché meglio: i Procol Harum, do you remember? Salty Dog. In questi giorni, tema pericoloso. ma avverti la perfezione languida.

Questa cassoeula lascia un profumo infinito.

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