Non volevo offendere un caro amico greco che, riportando una storiella di Churchill a proposito delle crociere italiane, aveva solo l'intenzione di strappare un sorriso. E gli voglio bene, perché la sua patria soffre anche più della mia, di questi tempi.
Ho solo due problemi. Primo, sono ipersensibile sul clima mediatico che si è creato per la tragedia Concordia. Secondo, ho captato troppe lezioni da parte di Paesi sicuramente supercivili, che mi piacciono pure. Ma non tocchino il mio Paese.
In sintesi, la battuta di Churchill era che una delle cose in grado di attirarlo su una nave italiana (a parte cibo e servizio) era il fatto che in caso di emergenza non ci fossero sciocchezze del tipo "prima donne e bambini".
Battutina, ma non mi va giù. Perché l'Italia non è un paese di codardi. Di esempi di eroismo ne offre ogni giorno e si sono visti al Giglio. Anche di serietà, nonostante tutto lo sputtanamento che va per la maggiore.
Io sono fiera di tanti italiani, che mi incoraggiano a credere in questa terra strana. Specialmente quelli che meno si fanno notare e più mandano avanti il Paese. Churchill si riferiva a un altro periodo storico: be' anche lì ci sono stati codardi ed eroi. Il Regno Unito non ha avuto solo eroi, credo. E neanche la Germania: perché obbedire a un ordine militare anche quando significa sparare a creature inermi non mi sembra da considerare gesto da uomini.
Il buon Churchill e quelli che ancora oggi oltre confine lanciano battutine sul mio Paese, rivelano un'ottima memoria su alcuni personaggi o episodi. Ma dimenticano tutto il resto, scordano un'Italia straordinaria. Di cui sono fiera. Io che a tanti sembro così poco italiana, pensa un po'.
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