sabato 21 gennaio 2012

Me and the boys. On the road again

Ci sono momenti in cui afferrerei la tastiera e mi rimetterei in viaggio. Questa volta, porterei solo lei. Eventualmente una ciurma di sognatori.

Me and the boys, always livin' on the outside, never had no place to hide. Lo so, suona romantico, da come la mette Dee Snider, e i Twisted Sister hanno sempre estratto uno dei lati più anarchici di Malu. Me and the boys, we make a big noise, we gotta roll.

Mi scuotono le canzoni che inneggiano alla strada, strumenti in spalla. La stessa "Wanted dead or alive" dei Bon Jovi mi scioglie e porta fiumi di sensazioni fino al mare della mia ribellione adolescenziale. Quando scelsi di ascoltare i brutti, sporchi e cattivi. Che poi spesso non erano nessuna delle tre cose.

Me and the boys we know our destiny. Fosse vero, Dee. We take care of our own. A volte, Dee.

Però, tu sei una delle rockstar più intelligenti (mamma mia, come inchiodasti tutto e tutti quando ti presentasti con il tuo linguaggio calibrato al processo intentato bollare i dischi brutti, sporchi e cattivi) e avrai ragione quando dici: there are some things you never stop.

Forse è questo battito selvaggio, che ascolto felice. Anche se non sono ancora in viaggio, con la mia tastiera.

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