venerdì 22 giugno 2012

La Grecia, la Germania e quello che non conta


E’ arrivato il giorno, e tutta la retorica che rischia di spazzarsi via il calcio. Stasera c’è un risultato che appare scontato, e un risultato che appare come il più sognato.

Io vedo in campo solo due nazioni che ho amato, per motivi e in modi diversi, e che amo tuttora. Ma ancora, accantono questo pensiero: stasera c’è  Grecia-Germania, si sfidano due nazionali, scende in campo il calcio che vorrebbe essere solo questo e invece non ci riesce mai.

Degli Europei non importava a quasi nessuno, avevamo il broncio perenne sulla nostra nazionale e adesso improvvisamente c’è una partita che ci mobilita, una partita in cui non c’entriamo niente, o forse c’entriamo più delle nostre, dirette.

Stasera dovrei tifare Grecia e lo farò, ma non perché è la più debole. Non c’è nulla di debole in questa nazione alla quale dobbiamo tanto. Non è per spirito calimeristico insomma. E neanche perché detesto la Germania: mi stanno sul piloro quattro affaristi, non il popolo tedesco.

Ho amici tedeschi, ma ho fratelli e sorelle greci. Per questo tifo, e più che sognare armate rovesciate, sono certa che vedrò degli uomini combattere con orgoglio. Il resto, non ha alcuna importanza.


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